La battaglia per le coscienze

“La battaglia per le coscienze” editore San Paolo di Valerio De Cesaris, è il secondo libro, su un totale di tre volumi dove l’autore racconta due modelli educativi contrapposti: quello cattolico di Pio XI; quello fascista dove Mussolini che si definiva “cattolico e anticristiano” cerca di inquadrare gli italiani nelle organizzazioni di Regime per farne dei “credenti” devoti al culto dell’Italia.

Il primo volume “seduzione fascista” è dedicato al periodo 1919-1923; tratta delle origini del Fascismo ed evidenzia convergenze e distanze tra le idee mussoliniane ed il mondo cattolico.

Il terzo volume sarà dedicato alla Chiesa cattolica tra Fascismo e democrazia. In “Battaglie per le coscienze” si evidenzia l’intenzione di Mussolini di considerare il cattolicesimo in senso identitario, prima nazionale poi imperiale, cercando di assimilarlo nella visione fascista dell’Italia; in contemporanea alcuni ambienti cattolici tentano di attuare un’azione speculare ed opposta cercando di cattolicizzare il Fascismo.

Entrambi Chiesa e Fascismo, cercano di conquistare le coscienze per raggiungere l’egemonia culturale del Paese.

Il libro affronta gli aspetti culturali ed ideologici del dualismo Chiesa cattolica e regime di Mussolini. In rapporto agli eventi che hanno caratterizzato la vita politica interna ed internazionale dell’Italia.

Di fatto si affronta un periodo storico limitato che analizza i rapporti tra sfera politica e sfera religiosa definendo temi come la laicità dello Stato, l’identità dei popoli, le libertà delle minoranze.

Mussolini nel 1920-1921 attua la svolta filo-cattolica che in primis ha l’intento di avere un più ampio consenso; dopo la presa del potere Mussolini definisce la Chiesa cattolica come l’anello di congiunzione tra l’impero Romano e l’Italia fascista che si richiamava a quel modello imperiale.

Ciò che voleva era separare il senso di cattolicità, identitario per gli italiani, dal Cristianesimo universalistico quest’ultimo non assimilabile alla cultura fascista.

Nell’intento di Mussolini c’era il desiderio di costruire una sua religione politica con lo scopo di fare degli italiani dei “credenti” devoti al Duce e al Littorio.

Nel fascismo convivevano più correnti culturali e ideologiche: il Fascismo genitliniano vicino agli intellettuali basato sulla concezione di uno stato etico; un radicalismo fascista ostile al cattolicesimo, diffuso nel quadro del partito; un fascismo monarchico e filo-cattolico legato alla corona ed alla borghesia romana.

I fascisti appartenenti a quest’ultima corrente cercarono di combattere l’ideologia di Giovanni Gentile cercando di cattolicizzare il fascismo ed ebbero in Agostino Gemelli la figura di riferimento.

Il regime fascista cercando di utilizzare il cattolicesimo in senso identitario cercava di ottenere il monopolio dell’educazione dei giovani ed è questo che fu alla base dello scontro latente tra Chiesa e Fascismo; in ambito cattolico si pensava di riuscire a fare convergere il fascismo verso la creazione di uno Stato cattolico nazionale.

Tutto ciò naufragò l’ideologia razziale e le successive leggi razziali del 1938.

Il cardinale Idelfonso Schuster, arcivescovo di Milano, fu colui che in ambito ecclesiale credeva nella possibilità di cattolicizzare il fascismo.

Quando nel 1938-1939 avvenne la svolta razziale Schuster pronunciò parole durissime contro “il mito razziale nordico” definendolo un eresia.

Ciò che si descrive nel libro è una battaglia ideologica tesa a conquistare le coscienze che potrebbe essere percepita come superata e distante.

Nella realtà la storia fa si che la conoscenza del passato illumini il presente, senza volere individuare parallelismi tra epoche lontane ma per evidenziare qui tratti culturali, ideologici, politici che permettono di comprendere le dinamiche del nostro tempo.

Nel raccontare la storia deve essere sempre presente il rigore scientifico che deve essere coniugato con la necessità di divulgare gli eventi storici ad un pubblico ampio.

Emblematiche sono le parole di uno storico francese Marc Bloch: “l’incomprensione del presente nasce fatalmente dall’ignoranza del passato”.

Il passato quindi la storia sono per noi la bussola che ci aiuta ad orientarci nel presente.

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